Videogiochi e mondo del gaming in Parlamento? Per molti si tratterebbe di fantasia, di realtà virtuale. Invece è tutto vero. L’iniziativa è stata promossa dal Movimento 5 Stelle e dall’Osservatorio Italiano Esports (Oies) con l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di definire un ecosistema nazionale di regole per le competizioni di videogiochi di livello agonistico e professionistico. È, infatti, la prima volta che il tema del gaming approda nelle sedi parlamentari, accendendo così i riflettori su un mercato dalle enormi potenzialità, ma ancora sottovalutato nel nostro Paese.
Il convegno si è svolto a Roma gli scorsi 8 e 9 maggio, rispettivamente presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto e presso la Sala Matteotti di Palazzo Theodoli Bianchelli. La prima giornata, aperta dalle introduzioni di Valentina Barzotti (Capogruppo del Movimento 5 Stelle della Commissione Lavoro Pubblico e Privato) e di Luigi Caputo (Fondatore e Ceo dell’Osservatorio Italiano Esports), è stata dedicata a Criticità e potenzialità degli Esports in Italia: proposte per lo sviluppo del settore; la seconda, invece, agli Aspetti economici e sociali del gaming in Italia. Sono stati affrontati i problemi che riguardano le lacune normative che sconta il settore in Italia e le difficoltà che queste stanno causando allo sviluppo di questo mercato. Un’altra materia fondamentale di cui si è discusso riguarda i rapporti di lavoro nel mondo del gaming. Nello specifico, della necessità di un inquadramento contrattuale che dia maggiori tutele ai videogiocatori e che presenti opportune delimitazioni legate alle peculiarità del settore come, ad esempio, l’età di accesso e gli orari di svolgimento dell’attività lavorativa.
Sono tutti segnali che indicano quanto il mondo dei videogiochi stia prendendo sempre più piede in Italia e quanto questi ultimi siano entrati sempre di più nella nostra vita di tutti i giorni. Dalla fantasia alla realtà, dalle camerette di tanti giovani a giornate di incontri tra persone che condividono una passione. E, da oggi, anche in Parlamento.
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