Nella terza tranche dei Paesi dell’Unione Europea che apriranno i seggi l’8 giugno c’è Malta. La quinta Nazione più piccola del Vecchio Continente, al centro del Mar Mediterraneo e composta dalle isole Malta, Gozo e Comino, contribuirà a rinnovare il Parlamento Europeo. Sarà la quinta volta che i maltesi (dai 16 anni in su) eleggeranno i propri sei rappresentanti a Strasburgo (il numero minimo insieme a Cipro e Lussemburgo), nell’anno in cui ricorrono le celebrazioni di tre avvenimenti che hanno cambiato la rotta dello Stato: è il sessantesimo anniversario dell’indipendenza dalla corona britannica (21 settembre 1964) alla quale, però, resta legato come membro del Commonwealth; il cinquantesimo dall’instaurazione della repubblica parlamentare (13 dicembre 1974) e il ventesimo dall’adesione all’Unione Europea (1°maggio 2004).
Nell’ultima legislatura, iniziata il 2 luglio 2019, il partito laburista, espressione del centrosinistra e del governo nazionale dalle elezioni politiche del 2013 (tre successi di fila, l’ultimo nel 2022), ha occupato quattro dei sei seggi previsti; mentre i restanti sono andati al centrodestra, rappresentato dal partito nazionalista. I laburisti, appartenenti a una delle tre famiglie che costituiscono la maggioranza dell’emiciclo (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), non si sono assicurati un incarico di vertice, oltre a quello di commissario europeo che spetta a ogni membro dell’Unione Europea. Mentre Helena Dalli ha rappresentato Malta e il partito come “commissario per l’uguaglianza”, i nazionalisti hanno ottenuto la nomina a presidente del Parlamento Europeo della loro segretaria generale, Roberta Métsola, succeduta a David Sassoli in seguito alla sua morte (18 gennaio 2022).
Anche quest’anno, la posta in gioco è contesa tra il partito laburista, guidato dal primo ministro Robert Abela, e il partito nazionalista, capeggiato da Bernard Grech. Si profila un regolamento dei conti interni: «Le questioni nazionali hanno la precedenza sui temi europei. I partiti si sono abituati a usare l’elezione degli eurodeputati come cartina di tornasole del loro operato a livello interno. Lo si vede dalla retorica, dagli slogan, dal modo in cui i candidati parlano. Dicono che lavoreranno per Malta nell’attuazione di una serie di misure, quando in realtà l’assetto delle istituzioni europee si occupa di una politica europea più ampia», analizza, per Magzine, Karl Azzopardi, Online Editor di Malta Today.
All’inizio della campagna elettorale, infatti, tra le questioni più dibattute «spiccavano maggiormente i temi sulla difesa, l’immigrazione e l’ambiente», osserva; ma da qualche settimana la discussione è monopolizzata «dall’inchiesta magistrale sulla concessione degli ospedali», per la quale il vice-primo ministro Chris Fearne ha presentato le dimissioni, in seguito le accuse di riciclaggio, frode e cospirazione; e che coinvolge anche Joseph Muscat, ex primo ministro e leader dei laburisti, ed Edward Scicluna, governatore della Banca centrale. È la seconda vicenda giudiziaria che, in pochi anni, si abbatte sul partito al governo dopo quella sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia (16 ottobre 2017), giornalista investigativa che – nel suo blog Running Commentary – ha indagato sul giro di tangenti di alcuni esponenti del gabinetto Muscat che ha lasciato l’incarico a favore proprio di Abela nel 2020.
Da un punto di vista elettorale, gli strascichi negativi dell’ultima inchiesta sugli accordi per la privatizzazione degli ospedali non dovrebbero incidere sul partito laburista. Non dovrebbero andare a vantaggio, quindi, del partito nazionalista, che non accorcerebbe il divario riconquistando almeno un seggio in più rispetto a quelli di cinque anni fa. «Stando ai sondaggi, si prevede che il centrodestra rimanga significativamente indietro rispetto al centrosinistra. Sebbene ci siano sentimenti razzisti, invece, il partito di estrema destra Imperium Europa dovrebbe aumentare il proprio consenso, ma non eleggerà un europarlamentare», spiega Azzopardi.
In quanto responsabile del sito web di Malta Today, Karl Azzopardi sta dirigendo la redazione “digitale” nella copertura delle elezioni europee in un quadro sulle libertà di espressione e stampa che – come testimonia l’omicidio di Caruana Galizia – è preoccupante. Lo certifica il rapporto pubblicato nel 2023 da Reporter senza frontiere, che piazza La Valletta all’84° posto su 180 Paesi del mondo e 26° su 27 dell’Unione Europea, seguita solo dalla Grecia. «Sento un po’ di animosità nei confronti della stampa, soprattutto in periodi politicamente carichi come le elezioni politiche, ma io e i miei colleghi abbiamo operato serenamente, raccontando gli eventi sia della maggioranza, sia dell’opposizione, organizzando, insieme a un’altra testata giornalistica, dibattiti con candidati al Parlamento europeo di tutte le estrazioni politiche», conclude Azzopardi.