L’innovazione tecnologica e l’apporto dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario stanno diventando una delle prerogative nazionali ed europee, per cercare di migliorare un settore che sta perdendo risorse e che sta adottando politiche di contenimento della spesa, in particolare in Italia. La mancanza di capitale destinato alla sanità pubblica può portare infatti a gravissime conseguenze, prima tra tutte la carenza dei servizi e l’inaccessibilità delle cure ai gruppi di pazienti economicamente o socialmente più svantaggiati. È in questo contesto che si inserisceCatch atMind, “una delle più ambiziose progettualità europee per offrire servizi basati su Artificial Intelligence (AI) e Machine Learning nell’ambito Healthcare e Life Sciences”.
Come si finanzia Catch atMind
«L’idea è nata perché è stato deciso a livello comunitario di lanciare un bando per gli European Digital Innovation Hubs (EDIH). Si tratta essenzialmente di un bando di supporto alla ricerca e all’innovazione. La Commissione attribuiva un seal of excellence (“sigillo di eccellenza”) alle idee che riteneva valide, ma non per tutte c’era la possibilità di accedere al sussidio comunitario, che avrebbe garantito il 50 per cento dell’importo complessivo. Poi, i singoli stati avrebbero coperto il resto della spesa. Quando si è esaurito il finanziamento europeo, la Commissione ha rimandato alle amministrazioni nazionali il 100 per cento delle sovvenzioni.La nostra iniziativa aveva ottenuto il “sigillo di eccellenza”, ma non ha potuto usufruire dei fondi europei; per questo motivo il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha finanziato in toto Catch atMind, servendosi dei fondi PNRR, che comunque provengono dalle casse dell’Unione».Così esordisce Ernesto Damiani, professore ordinario di Informatica all’Università Statale di Milano, che ha coordinato la stesura del progetto. Che continua:«Catch atMind mira ad accelerare le dinamiche di ammodernamento, a collaborare con le aziende piccole o grandi in ambito metropolitano, milanese e lombardo, per consentire loro di innovare. Nel nostro Paese, per riuscire a fare ciò, si richiedono investimenti in ricerca e sviluppo, cosa che le realtà più piccole fanno fatica a fare. E qui entrano in gioco le EDIH, che servono per fornire servizi inediti gratuitamente o a tariffe molto agevolate».
Perché Catch atMind
«L’ esigenza che sentivamo come ricercatori di base di poter avere un sistema per lo scambio e il mantenimento dei dati biologici in modo protetto, nonché la loro armonizzazione, ha fatto sì che nascesse questo tipo di collaborazione, soprattutto con il gruppo di informatica».Con queste parole Adriana Maggi, professoressa di Biotecnologie Farmacologiche e coordinatrice del Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative dell’Università di Milano, indica il processo che ha permesso la formazione di una squadra che portasse a termine il progetto. Proprio lei si è rivelata essere uno dei motori principali che hanno portato l’ateneo ad interessarsi all’iniziativa: «C’era il forte desiderio di mettere insieme i numerosissimi dati della ricerca di base dell’Università di Milano che, di fatto, sono della stessa natura di quelli sanitari. Il passo successivo è stato quello di cercare di mettere a sistema anche tutti i dati sanitari e, quindi, trovare una modalità di conversazione con gli ospedali che afferiscono all’Università di Milano. L’idea è quella di mettere insieme il preclinico e il clinico: studiare nell’animale patologie e trovare farmaci che possano curare quelle disfunzioni nell’umano».
Chi collabora al progetto
Catch atMind, però, non è circoscritta al contesto universitario, ma vede l’apporto di diverse realtà, che hanno permesso la formazione di un vero e proprio consorzio:«È chiaro che la presenza delle imprese ha consentito di avere la possibilità di offrire un maggior numero di servizi- spiega Damiani – Noi abbiamo un catalogo servizi per la custodia del dato sanitario, che richiede delle obbligazioni di legge abbastanza onerose; CY4gate, che è una grande società di cybersicurezza, specializzata nella salvaguardia del dato sanitario e del dato medico, ci permetterà di offrire un servizio “chiavi in mano” di custodia di questa tipologia di dati. Al tempo stesso, TIM ci aiuterà ad offrire i nostri servizi anche attraverso la rete 5G, rendendoli accessibili da tutti i punti del territorio e anche da parte di aziende che non hanno un’infrastruttura di rete. Confcommercio, invece, si prenderà in carico l’aspetto di business: rendere accessibili delle stanze d’albergo per i parenti delle persone che accedono a strutture sanitarie e per gli stessi pazienti in modo che, senza essere ricoverati, possano vivere vicino alla struttura ospedaliera in cui vengono curati».
Quali servizi offrirà?
Un’unione di intenti che, secondo il professore della Statale, mira a raggiungere il maggior numero di settori collegati all’ambito sanitario:«Terapia, diagnosi, servizi collaterali per la salute e per l’affiancamento dei pazienti. Questo è ciò che siamo intenzionati ad offrire.Sono nove gli EDIH in Europa che si occupano di questo tema e che formano una rete comune in cui è possibile trovare un borsino dei servizi: proprio per questo se, ad esempio, noteremo che in Spagna una proposta funziona, saremo pronti a riproporla in Italia». Gli fa eco la professoressa Maggi:«L’idea è di essere un nodo di EDIH e, quindi, collaborare anche con altri paesi europei. Questo tipo di metodologie funziona sui grandi numeri; essendo analisi di tipo probabilistico, più dati si riescono a raccogliere, maggiori saranno le possibilità che i risultati che si ottengono siano predittivi, reali.Anche per questo l’ingresso dell’AI in campo sanitario sta velocizzando il progresso in molti ambiti distinti: nella diagnostica ci permette di analizzare e comparare un numero di dati e immagini elevatissimo, impossibile per un singolo professionista. Le cosiddette omiche (scienze che si basano su tecnologie di analisi che consentono la produzione di un numero elevatissimo di informazioni utili per la descrizione e l’interpretazione dei sistemi biologici) riescono a darci una profondità di analisi mai vista, consentendoci la completa comprensione di determinate patologie e lo studio di nuovi farmaci. Basta avere la fantasia, ma le applicazioni possono essere tantissime e incredibili».
L’impatto nel Sistema Sanitario
A questi cambiamenti non è indifferente il Sistema Sanitario Nazionale, che potrebbe subire delle trasformazioni epocali:«Con l’ingresso delle nuove tecnologie, saremo in grado di portare cambiamenti epocali nella scelta dei percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti: ci sarà la possibilità di acquisire una serie di dati dall’esterno, direttamente dalla casa del paziente; l’intelligenza artificiale, attraverso lo screening delle immagini, potrà essere di grande supporto al medico, riducendo significativamente i tempi di attesa, in particolare per coloro che necessitano di cure immediate; con l’ausilio della telemedicina, chiunque potrà farsi analizzare dai migliori specialisti, senza il bisogno di uscire di casa».È questo l’auspicio di Adriana Maggi, corroborato dalle potenzialità dell’AI. E si tratta di servizi che potranno essere estesi all’intero territorio nazionale: «Le aziende di tutta Italia che vorranno rivolgersi a noi potranno farlo. Noi avremo la nostra interfaccia fisica a Mind, un nuovo campus scientifico a Città Studi, ma l’interfaccia di rete sarà aperta a tutti. Allo stesso modo ci si potrà rivolgere a qualsiasi membro del consorzio.Aggiungo che ciò che offriamo lo erogheremo gratuitamente: ogni volta che verrà fornito un servizio, sarà fatturato “a zero” a chi lo usa e poi la fattura verrà mandata a consuntivo al Ministero, che ce lo pagherà. Per le piccole imprese verrà coperto il 100 per cento, mentre la grande azienda verrà rimborsata in quota minore, al 70.L’augurio è che i servizi siano così buoni che qualcuno li paghi il prezzo pieno. Se l’EDIH avrà riscontri positivi, superata la fase in cui è lo Stato con l’aiuto dei soldi PNRR a finanziare i servizi, arriverà il momento in cui dovremo mettere a catalogo i prezzi alle imprese e spetterà a loro decidere se siamo abbastanza attrattivi e se vogliono pagarli. Però, per ora, abbiamo davanti tre anni in cui saranno finanziati dal Ministero» aggiunge Ernesto Damiani.
Manca poco perché Catch atMind prenda il via:«Il 6 giugno abbiamo gli ultimi aggiustamenti al catalogo servizi. Dopo firmeremo l’avvio dei lavori con il Ministero; quindi, l’obiettivo è di partire a settembre per iniziare ad erogare veramente i servizi»conclude il professore. Un progetto tutto italiano, ma che ha sempre un occhio rivolto alle novità internazionali.