Riccardo Piccolo

About the Author Riccardo Piccolo

C’è una frase erroneamente attribuita al genio di Freud, che mi caratterizza meglio di ogni altra definizione: “Non potrei mai fare parte di un club di persone che conti tra i suoi membri uno come me”. Ma non vorrei essere troppo lapidario. Sono nato e cresciuto a Milano e, come ogni vero milanese, sono di origini meridionali. Spesso mi contraddico perché, come diceva il poeta, contengo moltitudini: ho paura di sperimentare ma lo faccio lo stesso; amo lo sport visto dal divano, scrivo perché leggo e adesso sto mentendo. Mi sono laureato in filosofia spinto dall’amore della conoscenza, ma, come ho imparato fin dalla prima lezione, più si conosce, più si capisce di non sapere. E non lo dico io, lo dice l’oracolo di Delfi. Eclettico negli interessi e nello stile, so un po’ di tutto e un po’ di niente ma non me ne vergogno. Amo ascoltare perché ho capito che si può imparare da chiunque. Ho passatempi d’altri tempi, perché come dice il detto, si stava meglio quando si stava peggio. Vado al cinema la mattina, compro libri usati, e faccio la settimana enigmistica. Tre cose per cui vale la pena vivere? Giant Steps di Coltrane, la cucina libanese e il mare d’inverno. Non chiedetemi altro perché “codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”