La tecnologia sta rimodellando ogni aspetto della nostra vita e in pochi ambiti questo è così evidente come nello sport. Mazze da golf, racchette da tennis e scarpe da corsa stanno diventando sempre più avanzate e innovative, con nuovi materiali e design che portano le prestazioni degli atleti a livelli più alti. Anche l’analisi di dati e video viene già utilizzata per migliorare i programmi di allenamento e ottimizzare le strategie. Nel baseball da anni si ricorre al cosiddetta sabermetrica. Il prossimo passo in questa evoluzione è l’uso di dati biometrici e soprattutto la loro trasmissione in tempo reale, cosa che li renderà fondamentali anche durante un evento, non solo prima e dopo.
Il termine biometria deriva dalle parole greche “bio” che significa vita e “metron” che significa misura ed è quindi la misurazione e l’analisi matematica delle caratteristiche biofisiche e comportamentali uniche delle persone. Cioè studia le dimensioni del corpo per capirne il funzionamento e portarlo a prestazioni ottimali in determinate condizioni. Con device come i fitbit ci possono conoscere i battiti cardiaci, la pressione sanguigna, l’ossigeno consumato durante un allenamento e altri parametri corporei dell’atleta. Fin qui, una delle più grandi sfide per l’analisi in tempo reale era la trasmissione veloce dell’ingente quantità di dati raccolti ma l’avvento del 5G ha risolto il problema. Grazie alle rete veloce che copre stadi e arene possiamo immaginare un futuro in cui gli allenatori saranno in grado di fare cambi di gioco e strategie basandosi sui dati istantanei e non solo sull’istinto.
I dati biometrici in tempo reale trasformeranno anche l’esperienza degli spettatori. Per esempio, durante una partita, il pubblico potrà ricevere sul proprio smartphone informazioni sull’energia complessiva rimasta al giocatore in campo. I dati plasmeranno la nostra comprensione dell’atleta e la previsione della sua carriera.
Molte volte, i talent scout hanno liquidato giocatori ritenendoli fragili fisicamente e a rischio infortunio, ma l’analisi profonda dei dati biometrici darà una base scientifica a queste valutazioni o rovesciarle completamente. Gli atleti saranno in grado di migliorare le loro prestazioni in modo significativo e di ridurre contemporaneamente il rischio di lesioni, prolungando così la loro carriera, per la gioia dei suoi sostenitori.
Per lungo tempo l’utilizzo di questi strumenti nello sport è stato considerato come una indebita intrusione della tecnologia e in alcuni casi è stato apertamente osteggiato. Tutti gli appassionati di calcio ricordano l’estenuante battaglia per portare la moviola in campo. Solo negli ultimi anni il supporto video ha iniziato a essere impiegato, dapprima nel football americano, poi nel basket, nel tennis e infine nel calcio. Il Var (Video Assistant Referee) però è solo la punta dell’iceberg.
L’elemento rivoluzionario è il fatto che potrà essere fatto in tempo reale. La connettività migliorata, la velocità della rete 5G, l’uso diffuso del cloud computing e di dispositivi mobili a bordo campo significano che lo staff tecnico potrà decidere in base alle informazioni acquisite durante la partita, non dopo, quando potrebbe essere troppo tardi.
Anche altri sport, come l’atletica, ne trarranno beneficio. Cheesewright prevede che i corridori di lunga distanza saranno in grado di monitorare i livelli di idratazione, la temperatura corporea e la respirazione e di apportare modifiche alla loro strategia attraverso istruzioni e suggerimenti forniti dall’AI.
C’è uno sport in cui tutto questo è già realtà da tempo. La raccolta, la memorizzazione, l’analisi, e l’elaborazione di dati virtuali sono sempre stati centrali nella Formula1. Con lo scopo di migliorare le prestazioni del veicolo e la competitività della squadra, questo sport è diventato nel tempo un “data driven” business. Lewis Hamilton, il pilota più vincente di tutti i tempi e la sua squadra, il Team AMG Petronas, fanno un ampio utilizzo dei dati. La Mercedes-AMG F1 W11 (la monoposto guidata da Hamilton) è coperta da un’incredibile serie di sensori – anche le gomme ne sono dotate – e questo consente al team dei box di estrarre 2 terabyte di dati in un solo weekend di gara.
Il punto di fusione delle gomme è misurato da sensori integrati. La bruciatura della pista è analizzata e registrata da termo-camere sotto il cono anteriore del muso. E con il 5G, questi dati vengono trasmessi a banche dati che effettuano un’analisi istantanea.
Un’analisi che tiene impegnate per ore e giorni squadre di ingegneri in competizione fra di loro per capire come ricavare la migliore prestazione della propria macchina, o anche per verificare le diagnostiche e il corretto funzionamento di ogni componente tecnologica del veicolo.
Se sostituiamo “atleta” alla parola “auto” otterremo il futuro dello sport. La sfida diventerà nei prossimi decenni quella di mantenere l’equilibrio tra prestazioni controllate e l’imprevedibilità del risultato che rende lo sport così avvincente.